Laura Rizzo si diverte e diverte cucendo tra loro versi di Samuele Bersani per farne una storia nonsense che un senso poi ce l’ha, perché in fondo ciascuno di noi ben sa la carriola dove sta.
Questa è la storia semiseria di un ragazzo senza titoli che insieme ad alcuni amici, Chicco, Spillo, tal Morelli Mirko e persino un mostro, decide un giorno di intraprendere un lungo viaggio che da Cattolica lo avrebbe portato lontano. Nell’aldiquà. Non è necessariamente felice, bisogna chiederglielo. Come un replay. Ogni giorno.E se la notte fa sogni tridimensionali, a colazione spalma sul pane un giretto di parole vuote ma doppiate.
Ha quaderni che nasconde
pesca asterischi
ed è innamorato di una seppia.
Legge gli oroscopi, a fine mese, potrebbe fidarsi ma non vuole, soprattutto sapendo che le informazioni meteo sono prese pari pari dalla bibbia.
È un socio di minoranza,
si dà delle regole,
dà credito agli stimoli
e si allena sulla pertica per avere brividi.
Ha occhiali rotti conformi alla CEE, che spesso ritrova nel cesto dei panni sporchi.
Fa lo scrutatore non votante
e calcola col pallottoliere tutte le ansie che al giorno riempiono un bicchiere.
Vive inseguito dalle videoteche che non hanno più titoli per lui e la sera spesso la passa sul pianerottolo, a mordersi un dito per dimostrare il peso di quel che dice.
Ma gli si spacca il cuore. E allora salta la convivenza,
Compra orecchini al mercatino dei Freak, poi la prega: “torna subito”. In fondo, bastavano due coccole.
Presto, prima che arrivi il vento dell’est, che le nuvole divide.
Presto.
E così le parla a un millimetro. Loro due, chiusi a chiave in hotel, come due somari, senza strategia.
Presto.
Se lei si convincerà, potrà perderla nei pallini blu delle lenzuola.
Presto.
In fondo, con la fortuna che abbiamo, questo è un periodo pieno di sorprese.
E allora corre, sutura i bernoccoli,
Non spreca i fiammiferi,
altrimenti si bagna la fiamma.
Lascia stare quel che non vede,
soffitto e naftalina
soffitto e naftalina
e corre, corre nella provincia denuclearizzata.
Ha un sorriso da bambino, (anche se dicono sia capace di uccidere un uomo) ma tiene un avvocato chiuso dentro il frigo.
La coincidenza è logica,
di trovarla lì lo sapeva in anticipo,
torna a sorprenderla in qualità di vecchio scheletro, togliendo ai gambi tutte le spine.
E come un pollo arrosto, che gira guardando il mondo, lui polipo e lei seppia, lui isola e lei stella, resta lì fermo, c’è verde al semaforo.
Suonano. Chi sarà?
In due si può lottare come giganti.
Se si convincerà.
SI può fare un duello immaginario.
Se si convincerà.
Fuori soffia una bufera,
ci si può riparare dietro un’edicola.
Se si convincerà.
Ma non c’è risposta più paurosa del silenzio.
Così con ali nuove vola al settimo cielo,
rompe le bolle di cemento,
stacca i pallini blu dalle lenzuola,
e si fa chiamare Napoleone.
Era occupato il telefono?
(Buono sì, coglione no).
Così si conclude la storia semiseria di un ragazzo senza titoli che insieme ad alcuni amici, Chicco, Spillo, tal Morelli Mirko e persino un mostro, decide un giorno di intraprendere un lungo viaggio che da Cattolica lo avrebbe portato lontano. Nell’aldiquà.
La carriola dove va?
Laura Rizzo

Esperta e studiosa di canzone italiana, critico musicale, conduttrice radiofonica e autrice. Ha collaborato con «Muz», «Pool magazine», «Musica&parole», «Jazzit». Attualmente scrive per «L’isola che non c’era», «Vinile» e «Quisalento». È autrice e conduttrice di «Storie di casa mia» su Radio Bachi. Insegna italiano agli stranieri in una scuola media serale e collabora con diverse case editrici in qualità di autore ed editor. Nel 2015 ha pubblicato «Vinicio Capossela. Canzoni a manovella» (Arcana).Nel 2020 ha pubblicato «Il cielo in una stanza. Il 1960: Paoli, Mina e una canzone rivoluzionaria» (GmPress) Originaria di Taranto, vive e lavora a Bari. Studia canto leggero.