Il suono dei Sigur Ros è così accogliente da aiutarti a perderti, quando ne hai bisogno. Per poi ritrovarti in un posto diverso
Emotivamente sono sempre stato bloccato e, col tempo, ho creato delle sovrastrutture tali che non so più
chi sono e cosa voglio.
Questo mi ha impigrito e demoralizzato, così invece di cercare e combattere per ciò di cui avevo bisogno,
mi sono intestardito a fammi piacere quello che avevo a disposizione, intrecciando, addirittura, strategie
per farlo apparire come lo volevo… o come pensavo di volerlo.
Perché io ho sempre saputo cosa desideravo, ma ottenerlo era difficile, tremendamente difficile… e
pericoloso… avrei deluso tutti.
E gli altri hanno sempre condizionato ogni mia singola scelta e sono sempre stati la causa e il fine di tutto,
nonché i colpevoli di ogni rappresentazione distorta della mia realtà.
Ignorando, invece, che tutto parte dall’interno, dalla mia anima, da me. Solo io posso distorcere la realtà.
Non è la realtà che si distorce per me.
Ho sempre cercato di capire come funzionano gli altri, non ho mai indagato me stesso. Non ho mai
cercato di scoprire chi io sia veramente e accettare consapevolmente ogni aspetto del mio Io e viverlo in
assoluta libertà.
Solo così, invece, posso crescere, evolvermi e prendere contatto con ciò che sono. Io sono sempre io, nel
bene e nel male. Ciò che farà la differenza saranno le mie scelte, la mia capacità di valorizzare il mio
modo di essere. Non l’averlo occultato. Ho capito che quando c’è un’evoluzione del proprio io, non viene
sottratto o cancellato ciò che c’era prima. Ma si aggiunge sempre qualcosa. Ogni nostro modo d’essere
rivela un’essenza che fa parte di noi.
Essa è sempre lì.
Possiamo negarla. Pensarla come altro da noi. Ma è lì. In noi.
Non resta che affrontarla, capirla e farla diventare un’arma a nostro favore. Non sarà facile, ma averlo
capito mi fa sentire meglio, come mi fossi tolto un peso dallo stomaco. Devo essere coraggioso. È
l’interno che deve far paura non l’esterno. Se sono a posto con me stesso non devo temere niente e
nessuno.
Devo concentrami su di me, che sono qui, così, ora. E ho capito che non devo combattere con il mio
stesso Io, ma devo conoscerlo e viverlo con consapevolezza.
Non sono una sola cosa, ma tutto quello che mostro e penso, sia esso involontario o inconscio o al di fuori
di me.
Come un grande palazzo con tantissime stanze. Di alcune ho già la chiave che mi permette di entrare e
accendere o spegnere la luce ogni qualvolta voglio. Altre, invece, si aprono e si accendono al di fuori del
mio controllo.
Non devo far finta che non mi appartengano o che non esistano, ma devo impossessarmi delle chiavi di
ognuna, entrare, esplorarle palmo palmo, e poter consapevolmente decidere se e quando accendere la
luce. Alcune sono buie, altre terrificanti, altre quasi banali, ma ognuna di loro è la rivelazione del mio
mondo interiore e mi permette la piena libertà. La scoperta di ogni stanza non mi porta a essere un altro
Io, ma mi fa essere Io ancora di più. Ora non mi resta che cominciare finalmente a vivere. Voglio andare!
Alessandro Maranesi

Musica, teatro e filosofia, sono i capisaldi della mia vita e della mia carriera.
Fin da piccolo avevo le idee chiarissime: alla domanda “cosa vuoi fare da grande?”, la risposta era sempre la stessa: “Il cantante”. Passavo pomeriggi interi a sfogliare ed ascoltare quei pochi vinili che ogni tanto comprava mia madre. Mi chiudevo dentro la mia camera, alzavo il volume e cantavo a squarciagola, sognando di scrivere, prima o poi, una mia canzone. Era puro godimento.
In ogni occasione in cui c’era la possibilità mi proponevo per cantare. Seguivo l’istinto senza nessuna paura, a volte anche in maniera sfrontata. Una sera andai a sentire il concerto di una band di amici. Mi colpirono molto ma non mi piaceva il cantante e dissi loro: “mandatelo via e prendete me!” Colpiti dalla mia faccia tosta mi provinarono e mi presero. Da quel momento in poi la musica diventa l’assoluta protagonista delle mie giornate e della mia vita: prove, i primi live, ricerca di nuova musica attraverso ascolti, letture e concerti, concerti e concerti. Tutto di pari passo con lo studio.